Regolazione del sartiame

Su una barca a vela, lo scafo, l’attrezzatura dormiente, le vele e le manovre correnti formano un insieme. Lapalissiano, d’accordo! Ma questo permette di capire come la regolazione delle vele e del sartiame dipendano da un complesso di cose. Esaminiamo veloci lo scafo. E’ quello che è. E’ possibile giocare su questo solo modificando la zavorra fissa o il piano di deriva, ma sono operazioni da professionisti, molto delicate e costose. Noi possiamo ottenere dei risultati in maniera più economica provando a spostare la zavorra mobile. Questa non è altro che l’equipaggiamento della barca che noi sposteremo, aumenteremo o diminuiremo fino a trovare quello che si definisce il passo della barca”. E non illudetevi che l’alleggerimento sia il solo toccasana. In compenso, localizzando i pesi alle due estremità, si favorisce quello che gli Inglesi chiamano “piching”. La barca picchia ritmicamente due o tre volte su un’onda che non le si addice e si ferma.

Dopo questa disquisizione, andiamo a vedere la regolazione del sartiame, ovvero dell’albero. Tre regole non sono assolute ma spesso vere:

  1. Se la barca è orziera bisogna inclinare l’albero verso prora
  2. Se la barca è poggera bisogna inclinare l’albero verso poppa
  3. Per una barca regolata normalmente la testa d’albero dev’essere inclinata verso poppa in ragione di 1-1,5cm per metro di lunghezza dell’albero (fig.1)

Di conseguenza lo spostamento del centro velico sarà ottenuto nella maniera più soddisfacente giocando sulla ferramenta bassa dello strallo. Normalmente sui nostri Arpège la giusta regolazione è con lo strallo fissato al secondo foro, partendo dall’alto, della landa forata. Ed ora, stabilita l’inclinazione dell’albero e la lunghezza dello strallo che resterà una misura fissa, passiamo alla regolazione delle sartie con una successione ordinata delle operazioni, come segue: 

  • Svitare tutti gli arridatoi in modo che il sartiame sia veramente in bando. Se non lo è già fissare lo strallo al secondo foro della landa;
  • Mettere in tiro ora i paterazzi dando la tensione massima in modo che lo strallo sembri una corda di chitarra (fig.2) ma facendo attenzione che l’albero non fletta e non prenda torsioni dovute ad un eccesso di compressione o a una diversa regolazione dei due paterazzi;

  • Si tratta ora di verificare la perpendicolarità trasversale dell’albero. La drizza della randa gioca il ruolo di compasso, e spostandola da un bordo all’altro noi dovremo trovare la stessa lunghezza perché l’albero sia diritto.  Potremo ora tendere le saritie alte, ma senza esagerare e comunque meno dello strallo e dei paterazzi, in modo tale che sotto vela, la testa vada leggermente sottovento. Con questa regolazione correggiamo l’eventuale falsa perpendicolarità dell’albero.

  • Lasciamo ancora per un istante le sartie basse in bando e incolliamo il nostro occhio alla base dell’albero, lungo la canaletta o la rotaia della randa;
  • Lateralmente l’albero non deve avere curvature, altrimenti non è in grado di sopportare la giusta rigidità dello strallo.
  • Nel piano longitudinale l’albero può essere sia diritto, sia presentare, ai piedi dell’incappellaggio, una leggera curvatura regolare con il ventre verso prora. Se il ventre è verso poppa e l’albero è in “S”, è il segno che è stato eccessivamente compresso con le sartie e paterazzi;
  • Se tutto è a posto, possiamo tendere le sartie basse al limite del gioco, ovvero tenderle a mano, senza l’uso di chiavi o pinze e curando che le due sartie basse di prua abbiano una tensione leggermente superiore a quelle di poppa. Non bisogna dimenticare che le sartie basse troppo tese fermano completamente una barca a vela e possono, in un colpo di vento, contribuire alla perdita dell’albero. Le figure 4 e 5 aiutano a comprenderne i mortivi. Se le sartie basse sono proporzionalmente più tese che le sartie di testa d’albero, si crea nella zona bassa una sovrappressione mentre la zona alta è sotto compressa rispetto alla prima. Alla giunzione di queste due zone si crea un punto debole oltretutto in un punto dove l’albero è indebolito dagli attacchi delle sartie e delle crocette. Durante un colpo di mare un po’ violento, l’albero si scentra formando una curva in un senso nella parte alta ed in senso opposto nella parte bassa. E’ il famoso profilo ad “S” e addio a rendimento della randa. Con un colpo più violento l’albero si spaccherà, invece giusto nella zona di differente compressione.


  • Se malgrado tutto il vostro regolare l’albero si mette ad “S” su un piano qualsiasi: attenzione! C’è possibilità di perdere l’albero; andate a pranzo tranquilli e riprendete dopo, partendo nuovamente da zero.

Per terminare il problema della regolazione dell’albero, cercate di far uso di un paranchino, montato tra i paterazzi, in modo che in porto e con venti deboli si possa diminuire la tensione sullo strallo, ovvero la compressione sull’albero e le sollecitazioni sullo scafo.